Ogni installazione è accompagnata da uno scritto o una poesia.
Il Sentiero del Silenzio, Porta della
Memoria, dunque, vuole inserirsi in punta di piedi in un ambiente
montano di particolare bellezza, interessato da eventi storici ormai lontani
nel tempo, circondato dalle Cime Sacre che hanno visto battaglie epocali.
Il percorso è rivolto a tutti i visitatori che nella montagna cercano
momenti di riposo e di ristoro e dalla montagna traggono le energie vitali
per il quotidiano impegno, quale ulteriore momento di riflessione nella
Memoria. Lintervento è stato il meno invasivo possibile,
pertanto, sono stati ridotti al minimo i movimenti di terra distruttivi
del cotico erboso; non sono stati tagliati alberi; lo spostamento dei
sassi presenti (che sono diventati installazioni) è stato limitato
allo stretto necessario.
Una serie di travi di legno di castagno
posizionati in modo da formare una gabbia, racchiudono uno
spazio entro il quale si cela una colomba. Una prigione a
cielo aperto, uno spazio angusto entro il quale intrufolarsi
per godere della visione di Libertà e di Pace dettata
dalla presenza della colomba, scolpita da un unico blocco
di marmo bianco con le ali pronte a spiccare il volo verso
il cielo che fa capolino nella struttura massiccia di legno.
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Linstallazione è semplice e
di lettura immediata. Quattro croci greche sono sovrapposte
a due a due, crivellate dalle pallottole. Il simbolo della
croce in molti popoli e, specialmente, in molte religioni
assume significati legati alla Vita, alla Morte, alla Rinascita
ed è un segno di forte identità sociale, culturale
e religiosa. Il significato prevalente della composizione
è la Pietà. Infatti, essa è orientata
verso il Monte Ortigara, che nel corso della Grande Guerra,
prevalentemente nel giugno del 1917, è divenuto tristemente
il Calvario di migliaia di soldati di tutte le Nazionalità.
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Linstallazione è formata da 12 braccia umane
in bronzo, alte 130/150 cm., che emergono dal terreno e
possono essere nude o vestite. Le braccia si
elevano al cielo (messaggio positivo), con mani che tengono
ben stretto un foglio contenente uno scritto, oppure porgono
un fiore, una colomba o altro simbolo. Posizionate circolarmente
potranno creare un cerchio magico entro il quale rinchiudersi,
oppure allineate potranno invitare il visitatore a percorrerle
e sfiorarle.
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Grandi lastre rettangolari in acciaio corten,
da un metro per quattro, sono collocate orizzontalmente nel
terreno, senza un ordine precostituito. Grandi pagine della
storia, sulle quali sono posizionate lettere inviate dal fronte
dai soldati della Grande Guerra alle loro famiglie. Ricordo
indelebile delle loro sofferenze, paure, angosce, ma anche
segno di Amore e di Speranza nei confronti dei loro Cari,
della Vita e della Pace. Gioie che a pochi di loro sono state
concesse.
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Grandi sagome in acciaio corten, allineate,
stanno a rappresentare tanti soldati pronti alla partenza
per il fronte o pronti sulla linea di combattimento. Sagome
alte 280/300 cm., smembrate, slabbrate, ferite, scheggiate
dalla guerra. Solo alcune di esse rimangono integre, immuni
alla furia distruttrice della Guerra. Le sagome sono collocate
a cerchio entro il quale sono posizionate nel terreno le parti
mancanti, a significare che nulla di quanto patito andrà
perduto, almeno sino a quando nella Memoria di chi saprà
leggere con sentimento la scena, il Ricordo non sparirà.
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Questa composizione rappresenta i due eserciti
(italiano ed austro ungarico) che sulle montagne circostanti
si sono fronteggiati nel corso della Grande Guerra. Elmetti,
corrispondenti a quelli in uso nei due eserciti, si contrappongono,
posizionati simbolicamente nella medesima direzione mantenuta
dagli eserciti nel periodo bellico. Le due schiere di elmetti
esaltano il momento dello scontro, il cui solo risultato sarà
la Morte, simboleggiata da quattro teschi collocati al centro.
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La composizione è costituita da una
serie di fiori giganteschi realizzati in acciaio corten,
che ben si addice al posto con la sua caratteristica tonalità
simile al ferro arrugginito, elemento costantemente presente
nei siti interessati dagli eventi bellici. Una selva di fiori
arrugginiti, alti 100 cm. con diametro di 40/50 cm., tristi
segni di distruzione, sono redenti da un fiore colorato posizionato
nel centro, messaggero di speranza e di fiducia che dopo tanta
distruzione la Vita ritornerà a fiorire e a germogliare,
spazzando via langoscia del passato.
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Questa installazione prende spunto dal luogo
stesso in cui si colloca e dalla presenza di pietre di grandi
dimensioni disseminate in tutta larea. Le pietre sono
riunite in modo da permettere il passaggio di una persona
alla volta, la quale si volgerà al cuore della composizione,
entrando quasi in un labirinto, entro il quale spicca un blocco
squadrato di granito nero. Il nucleo della composizione è
costituito dal parallelepipedo nero, circondato da una selva
di massi biancastri, sul quale sono incise singole parole
o lettere o poesie che esaltano il valore della Pace. Un valore
indiscutibile, celato dal biancore anonimo della quotidianità
che tende a rendere tutto banale, una verità difficile
da raggiungere, una possibilità rivolta a tutti.
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La radura dove è posizionata questa composizione
brulica di grossi massi biancastri, informi, anonimi, pietre
comuni della zona. Il gruppo di pietre che vanno a costituire
la composizione è diverso dagli altri: ogni pietra,
infatti, porta incise simbolicamente delle iniziali, a Memoria
degli innumerevoli soldati che hanno perduto la Vita o sono
risultati dispersi nel corso delle Guerre. Sono trascorsi
novanta anni dal termine del conflitto, e, spesso, anche
nelle famiglie dei soldati, dei caduti o degli eroi è
andata perduta la Memoria storica dei loro cari
Ecco
allora che, a delle semplici pietre, in un luogo Sacro,
è dato il compito di mantenerla viva.
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Questa installazione è collocata
in una grande buca provocata dallo scoppio di granate di vario
calibro, che allepoca hanno spappolato qualsiasi cosa
o essere vivente. Nulla ci si aspetta da un simile evento
distruttore e da un luogo così desolato. Da questa
buca, invece, nascono degli alberi senza vita,
secchi, che in futuro non porteranno né foglie, né
frutti, perché originati da una mutazione genetica
dovuta alla Guerra. Sul loro tronco emergono solo delle grandi
piastrine di riconoscimento, oggetti che i soldati
a partire dalla Grande Guerra, portavano al collo come segno
di identificazione, perché contenevano tutti i dati
personali, utili nella vita e, purtroppo, ancor più
nella morte.
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